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Il Delegato Magistrale

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Alberto Isi.

Nato a Parma il 22/09/1958.

Professione: Imprenditore settore Ristorazione

Diploma: Insegnante di ballo

 

Alcuni anni fa, folgorato dall'dea che, in materia, nulla si distrugge ma tutto si trasforma, inizia, a livello amatoriale e molto "fai da te", a dar vita ad oggetti ormai in disuso, vuoi perché obsoleti, vuoi perché rotti.

Salda, martella, inchioda, leviga... ed ecco che un vecchio letto diventa una funzionale libreria.

Con l'aiuto del suocero (ex progettista dell'Alfa Romeo) apprese la conoscenza degli strumenti prima, e della materia poi. Inizia a dedicarsi alla costruzione di piccoli Templi Massonici ed oggetti (simboli) in uso nelle Logge, utilizzando materiali tutti rigorosamente trasformati dalla loro iniziale natura e funzione.

 

Ogni pezzo è fatto a mano, con pazienza e passione; con la stessa spiritualità che l'artista creatore di icone pone nel suo lavoro.

Inventa, progetta, e il suocero (Lino, di 87 anni) lima, lucida, calibra.

 

La magia è che mentre stai costruendo un Tempio di materia, all'unisono costruisci un Tempio interiore, forse mai finito. Dal recupero di un chiodo per la strada, dal "ravanare" in una discarica, al far depositare ricordi e pensieri nasce un oggetto magico, intriso di quella "materialità" e "conoscenza" in cui ognuno di noi, osservandolo, possa proiettarsi. Questo Tempio, racchiuso in questa scatola, rappresenta il profondo dell'anima di tanti; l'apertura lenta del coperchio, il profano che entra nel Gabinetto di Riflessione; man mano che si alza, attraverso il Metodo Massonico, emerge il nostro Tempio interiore ed attraverso un continuo lavoro si aprirà totalmente (il Maestro sale all'Oriente). Richiuso.

 

Perché il Maestro sa che a livello materiale nulla può più essere aggiunto. L'opera materiale è terminata. Può solo connettersi in modo sottile con essa, lucidandola con pensieri ed azioni che solo i Figli della Luce possono fare!

Ogni qual volta il profano cercherà di schiudere il coperchio "godrà" della luce che emana, nella speranza che un giorno lo stesso entusiasmo avuto nell'aprirlo si trasformi in consapevolezza nel chiuderlo.

Potrà quindi iniziare quell'opera di levigatura e lucidatura prendendo così coscienza del lungo ed apparentemente mai finito lavoro. E solo quando la materia da lucidare si sarà consumata sotto i colpi dell'ovatta, ecco la trasformazione..... Il lucidatore si è trasformato in Tempio lui stesso... Finalmente è finito il lavoro! Finalmente riposo! Ma poi sentiremmo delle lievi carezze... Ma cosa succede? ...Qualcuno sopra di noi ...Sta lucidando.

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